1. Fino al 2013, il conclave papale non aveva mai scelto un papa extraeuropeo.
Fino al 2013, il cosiddetto Collegio Cardinalizio non aveva mai eletto un papa non europeo. Gli italiani erano stati particolarmente ben rappresentati, tenendo l’ufficio senza interruzione dal 1523 fino a quando il polacco Giovanni Paolo II ha rotto la striscia nel 1978. Sebbene più della metà dei cardinali votanti provenga ancora dall’Europa, circa il 75% degli 1,2 miliardi di cattolici del mondo vive altrove. Quasi 500 milioni sono solo in America Latina. Nel 2013, l’argentino Jorge Mario Bergoglio è stato eletto al papato, diventando il primo papa proveniente dalle Americhe.
2. La più lunga elezione papale è durata quasi tre anni.
Nel XIII secolo, i cardinali riuniti nella città italiana di Viterbo – all’epoca le elezioni papali si svolgevano dove era morto l’ultimo papa – impiegarono due anni e nove mesi per scegliere il successore di Clemente IV. Gli abitanti della città si sentirono così frustrati dal ritardo che, a quanto pare, strapparono il tetto dell’edificio dove alloggiavano i cardinali. Quando Gregorio X fu finalmente scelto nel 1271, volle evitare che qualcosa di simile accadesse di nuovo. Nel giro di pochi anni aveva istituito il conclave, un vertice a porte chiuse da convocare alla sua morte in cui i cardinali sarebbero stati rinchiusi insieme fino a quando non avessero eletto un nuovo papa. Come risultato delle rigide regole del nuovo sistema, il primo conclave durò solo un giorno. Le regole furono sospese poco dopo, ma furono ripristinate in seguito a un’altra elezione prolungata che ebbe luogo dall’aprile 1292 al luglio 1294. Dal 1831, nessun conclave è durato più di una settimana.
3. Nel 1378, un gruppo di cardinali selezionò due papi diversi.
Il papato risiedette ad Avignone, in Francia, dal 1309 fino a quando Gregorio XI lo riportò a Roma nel 1376. Alla sua morte, due anni dopo, le folle inferocite chiesero un successore italiano piuttosto che uno francese che potesse tornare ad Avignone. I cardinali acconsentirono, scegliendo l’arcivescovo Bartolomeo Prignano, che divenne Urbano VI. Ma quando il nuovo papa si dimostrò eccessivamente aggressivo, chiamando un cardinale un idiota e venendo alle mani con un altro, i cardinali dichiararono l’elezione non valida. Tennero un secondo conclave cinque mesi dopo il primo, decidendo questa volta Clemente VII. I due papi, uno ad Avignone e uno a Roma, pretesero entrambi di essere il vero capo della Chiesa, arrivando a scomunicarsi a vicenda. Un concilio tenutosi a Pisa nel 1409 cercò di colmare la divisione, ma riuscì solo ad aggiungere un terzo papa alla mischia. Infine, al Concilio di Costanza, in quella che oggi è la Germania, tutti e tre i papi si dimisero o furono deposti. Lo Scisma d’Occidente, come questo fiasco divenne noto, terminò con l’elezione di Martino V nel 1417.
4. Il conclave non deve essere necessariamente a Roma (ma quasi sempre lo è).
Dalla fine dello Scisma d’Occidente, il conclave ha avuto luogo a Roma ogni volta tranne una. L’eccezione avvenne nel 1799-1800 dopo la morte di Pio VI, che era stato fatto prigioniero durante la Rivoluzione Francese ed esiliato in Francia. Poiché i francesi avevano invaso Roma, il Collegio Cardinalizio si riunì a Venezia sotto la protezione austriaca. Lì scelse Pio VII, il quale, nonostante avesse inizialmente collaborato con l’imperatore Napoleone I, fu ugualmente imprigionato nel 1809. Non ottenne la sua completa libertà fino alla caduta di Napoleone dal potere cinque anni dopo.
5. Arrivare al conclave era particolarmente difficile per i cardinali americani.
L’arcivescovo di New York John McCloskey, il primo cardinale statunitense, non arrivò a Roma in tempo per il conclave papale del 1878. I successivi cardinali statunitensi ebbero difficoltà simili a causa della lentezza dei trasporti dell’epoca, compreso l’arcivescovo di Boston William O’Connell, che mancò di poco l’elezione del 1914. Deciso a non subire lo stesso destino due volte, O’Connell prese accordi in anticipo. Alla morte di Benedetto XV nel 1922, volò da Boston a New York, si imbarcò su una nave per la Francia che era tenuta solo per lui, prese una nave più veloce per Napoli, saltò su un treno espresso per Roma e poi corse per le strade, solo per scoprire che il conclave era finito. Dopo che O’Connell diede una strigliata al nuovo papa, il tradizionale periodo di attesa tra la morte (o le dimissioni) e il conclave fu aumentato da 10 a 15 giorni, con la possibilità di estenderlo a 20. Al conclave successivo, nel 1939, O’Connell finalmente diede il suo voto.
6. Il prossimo papa non deve necessariamente essere un cardinale.
Ci sono solo due requisiti per diventare papa: essere maschio ed essere battezzato nella Chiesa Cattolica. Ma anche se questo tecnicamente lascia centinaia di milioni di persone eleggibili, non dovrebbero trattenere il respiro. Un non cardinale non è stato scelto dal 1378, quando la selezione di Urbano VI portò allo Scisma d’Occidente.
7. Solo i cardinali con meno di 80 anni possono votare.
Nel 1970, Paolo VI limitò il voto ai conclavi ai cardinali con meno di 80 anni, presumibilmente come un modo per fissare dei limiti di durata ed evitare che gli anziani dovessero viaggiare a Roma. Molti tra gli ultraottantenni continuano comunque a presentarsi e partecipano alle riunioni pre-conclave dedicate a questioni preparatorie e a discussioni sul futuro della Chiesa.
8. Le schede dei cardinali vengono bruciate dopo ogni turno di voto.
I cardinali tengono una votazione il primo giorno del conclave e compilano quattro schede al giorno in seguito (due al mattino e due al pomeriggio). Se un turno di voto non riesce a generare la maggioranza richiesta dei due terzi, dalla Cappella Sistina esce del fumo nero. La fumata bianca, invece, significa l’elezione di un nuovo papa, che dopo essere stato vestito di bianco apparirà sul balcone centrale che si affaccia su Piazza San Pietro per impartire la sua prima benedizione.