Il processo blueprint si basa su un composto ferrico fotosensibile. Il più noto è un processo che utilizza citrato ferrico di ammonio e ferricianuro di potassio. La carta viene impregnata con una soluzione di citrato ferrico di ammonio e asciugata. Quando la carta viene illuminata, una fotoreazione trasforma il ferro ferrico trivalente in ferro ferro ferroso divalente. L’immagine viene poi sviluppata usando una soluzione di ferricianuro di potassio che forma ferroferricianuro insolubile (blu di Prussia o blu di Turnbull) con il ferro divalente. Il citrato ferrico di ammonio e il ferricianuro di potassio in eccesso vengono poi lavati via. Il processo è anche conosciuto come cianotipia.
Questo è un processo semplice per la riproduzione di qualsiasi documento che trasmette la luce. Gli ingegneri e gli architetti disegnavano i loro progetti su carta per cartucce; questi venivano poi ricalcati su carta da lucido usando inchiostro di china per riprodurli quando necessario. Il disegno su carta da lucido è posto sopra la carta sensibilizzata, ed entrambi sono bloccati sotto vetro, in una cornice di esposizione alla luce del giorno, che è simile a una cornice per fotografie. Il telaio viene messo alla luce del giorno, richiedendo un minuto o due sotto un sole luminoso, o circa dieci minuti sotto un cielo coperto per completare l’esposizione. Dove la luce ultravioletta viene trasmessa attraverso la carta da lucido, il rivestimento sensibile alla luce si converte in un colorante stabile blu o nero. Dove l’inchiostro di china blocca la luce ultravioletta, il rivestimento non si converte e rimane solubile. L’immagine può essere vista formarsi. Quando si vede un’immagine forte, il telaio viene portato all’interno per fermare il processo. Il rivestimento non convertito viene lavato via e la carta viene poi asciugata. Il risultato è una copia dell’immagine originale con l’area di sfondo chiaro resa blu scuro e l’immagine riprodotta come una linea bianca.
Questo processo ha diverse caratteristiche:
- l’immagine è stabile
- visto che si tratta di un processo a contatto, non è necessario un sistema ottico a grande campo
- il documento riprodotto avrà la stessa scala dell’originale
- la carta è impregnata di liquido durante la lavorazione, e possono verificarsi piccole distorsioni
- lo sfondo blu scuro rende difficile alterarlo, preservando così
- il disegno approvato durante l’uso
- una registrazione delle specifiche approvate
- la storia delle alterazioni registrate sul foglio
- i riferimenti ad altri disegni
L’introduzione del processo di blueprint ha eliminato la spesa della riproduzione fotolitografica o del tracciamento manuale dei disegni originali. Verso la fine degli anni 1890 negli uffici di architettura americani, una cianografia costava un decimo di una riproduzione tracciata a mano. Il processo di blueprint è ancora usato per effetti artistici e fotografici speciali, su carta e tessuti.
Vari materiali di base sono stati usati per le blueprint. La carta era una scelta comune; per stampe più durevoli veniva talvolta usato il lino, ma con il tempo le stampe di lino si restringevano leggermente. Per combattere questo problema, è stata implementata la stampa su finta pergamena e, più tardi, su pellicola di poliestere (Mylar).