Laureato nel 1985 ad Harvard, con un master in politiche pubbliche alla Kennedy School of Government e un JD alla School of Law, Bryan Stevenson è entrato a far parte della facoltà clinica della New York University School of Law nel 1998.
Stevenson rappresenta imputati capitali e prigionieri del braccio della morte nel profondo sud dal 1985, quando era un avvocato dello staff del Southern Center for Human Rights di Atlanta, Georgia. Dal 1989, è direttore esecutivo dell’Equal Justice Initiative (EJI), un’organizzazione legale privata e senza scopo di lucro da lui fondata che si concentra sulla giustizia sociale e sui diritti umani nel contesto della riforma della giustizia penale negli Stati Uniti. La EJI si occupa di cause per conto di prigionieri condannati, delinquenti minorenni, persone erroneamente condannate o accusate, persone povere a cui è stata negata un’efficace rappresentanza e altre persone i cui processi sono segnati da pregiudizi razziali o cattiva condotta dell’accusa.
Il lavoro di Stevenson gli è valso il plauso nazionale. Nel 1995 ha ricevuto il prestigioso premio MacArthur Fellowship Award. Nel 1989 ha ricevuto il Reebok Human Rights Award, nel 1991 l’ACLU National Medal of Liberty e nel 1996 è stato nominato avvocato di interesse pubblico dell’anno dalla National Association of Public Interest Lawyers. Nel 2000, Stevenson ha ricevuto il Premio Olaf Palme a Stoccolma, Svezia, per i diritti umani internazionali e nel 2004 ha ricevuto il Premio per l’Avvocatura Coraggiosa dall’American College of Trial Lawyers e il Premio Lawyer for the People dalla National Lawyers Guild. Nel 2006, la NYU ha conferito a Stevenson il suo Distinguished Teaching Award. Ha anche ricevuto lauree honoris causa da diverse università, tra cui Harvard, Yale, Princeton, l’Università della Pennsylvania e la Georgetown University School of Law. Stevenson è stato visiting professor di diritto alla University of Michigan School of Law. Ha anche pubblicato diversi manuali ampiamente diffusi sulle controversie capitali e ha scritto ampiamente sulla giustizia penale, la pena capitale e le questioni dei diritti civili. È anche autore del bestseller del New York Times Just Mercy, che ha vinto la Carnegie Medal 2015 per la migliore non-fiction, il Dayton Literary Peace Prize e il NAACP Image Award per la migliore non-fiction.