Palla Minié

Frattura del femore sinistro da palla Minié, 1863

Le ferite inflitte dalla palla conica Minié erano diverse da quelle causate dalle palle rotonde dei moschetti ad anima liscia, poiché la palla conica aveva una maggiore velocità di volata e una massa maggiore, e penetrava facilmente nel corpo umano. Le palle rotonde tendevano a rimanere conficcate nella carne, e spesso si osservava che prendevano un percorso tortuoso attraverso il corpo. Muscoli e tendini flessi, così come le ossa, potevano far deviare la palla rotonda da un percorso rettilineo. La palla Minié tendeva a tagliare un percorso rettilineo e di solito passava attraverso la parte ferita; la palla raramente rimaneva conficcata nel corpo. Se una palla Minié colpiva un osso, di solito causava la frantumazione dell’osso. Il danno alle ossa e le conseguenti fratture composte erano di solito abbastanza gravi da richiedere l’amputazione. Anche un colpo su un vaso sanguigno importante poteva avere conseguenze gravi e spesso letali.

Soldato Milton E. Wallen della Compagnia C, 1° Cavalleria del Kentucky, ferito da una palla Minié mentre si trovava in prigione a Richmond, il 4 luglio 1863 mentre veniva curato per la cancrena

Uno dei casi documentati più infami che riguardano le ferite da palla Minié riguarda un soldato confederato ferito durante il raid di Jubal Early a Washington, D.C. il 12 luglio 1864. Il soldato, un privato del 53° Fanteria della Carolina del Nord, fu colpito al lato della testa da una palla Minié calibro 58, che gli frantumò il cranio e si conficcò nell’emisfero destro del cervello. Ebbe delle convulsioni e rimase paralizzato su un lato del corpo, ma iniziò a riprendersi entro otto giorni dal ricovero. Tuttavia, entro altri tre giorni, le sue condizioni si deteriorarono e alla fine perse conoscenza e morì, dopo essere sopravvissuto con la sua ferita per 16 giorni. Un’autopsia del soldato ha rilevato che l’emisfero destro del cervello era ampiamente danneggiato e vaste aree di esso erano necrotizzate. Il cervello fu rimosso, conservato in formaldeide e donato al Museo dell’Esercito di Washington. La causa principale della morte era stata l’infezione causata sia dalla ferita iniziale che dalla successiva necrosi del tessuto cerebrale.

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