La performance vocale di Don Henley sul classico degli Eagles “Desperado” è ampiamente considerata una delle performance vocali più intoccabili dell’era rock, ma c’è solo un piccolo problema: Henley non la pensa così. Infatti, ha sconfessato la sua voce principale su quel brano in un’intervista con Billy Joel nel 2015, dicendo che vorrebbe poterlo cantare di nuovo.
La semplice ed evocativa ballata basata sul pianoforte è sostenuta da archi, e come Henley ha spiegato parlando con Joel di fronte a un pubblico al 92nd Street Y di New York City il 20 settembre 2015, si è sentito molto intimidito dalle circostanze e non ha sentito di aver fatto del suo meglio.
“Quello è stato registrato a Londra, in Inghilterra, in uno studio cavernoso con la London Symphony Orchestra”, ha ricordato, aggiungendo: “Ero terrorizzato, e loro erano solo annoiati a morte.”
Il produttore Glyn Johns “non ci avrebbe permesso di fare più di quattro o cinque riprese”, ha ricordato Henley, nonostante volesse continuare a cantare.
I musicisti orchestrali più anziani erano così annoiati, infatti, che “avevano portato con loro delle scacchiere”, ha raccontato Henley. “Ogni coppia di musicisti metteva una scacchiera tra di loro, e quando non stavamo facendo nessuna ripresa, giocavano a scacchi. Ecco quanto si annoiavano”.
Per peggiorare le cose, alcuni dei musicisti classici snob erano addirittura apertamente derisi dalla canzone, ha detto Henley.
“Una volta ogni tanto sentivo un commento dal retro”, ha ricordato, fingendo un accento britannico per dire, “Non mi sento un desperado.”
Henley ha collaborato con Glenn Frey per scrivere “Desperado,” che è servita come canzone per il secondo album degli Eagles. Pubblicato nell’aprile del 1973, l’album fu certificato Oro il 23 settembre 1974, dopo aver generato due singoli con “Tequila Sunrise” e “Outlaw Man”. Anche se “Desperado” non era un singolo dell’album, da allora è diventato un punto fermo alla radio e una delle canzoni più durature del gruppo.
Ronstadt rese popolare la canzone quando la incise per il suo album Don’t Cry Now nel 1973, e molti artisti famosi l’hanno incisa da allora, compresi Johnny Rodriguez, Kenny Rogers, Clint Black e Johnny Cash.
Vedi l’interno della tentacolare villa californiana di Glenn Frey: