Jackson, MI è la sede della prima prigione di Stato del Michigan. La legislatura lo approvò nel 1838 e fu costruito uno stabilimento temporaneo con un edificio di legno e una recinzione di pali di tamerici. Sessanta acri furono donati per la prigione. Nel 1839, 35 prigionieri arrivarono allo stabilimento. Tre anni dopo fu costruita una prigione permanente che ospitò molti prigionieri fino al 1934, dove furono ospitati in una nuova prigione che si trova a nord della I-94. A partire dal 1880, il direttore dell’epoca, H.F. Hatch, insistette molto per l’educazione e la riabilitazione dei detenuti. Nel 1882, era la più grande prigione murata del mondo!
Jackson era il primo favorito per la prigione, in parte perché il proprietario di un tratto di terreno agricolo appena acquistato nella zona era anche un membro della commissione della Camera che considerava la questione. Originariamente la prigione fu chiamata Michigan State Prison, poi State Prison of Southeast Michigan, e meglio conosciuta come “Jacktown” (Giudice C. Williams Whitbeck, Jackson Legal News, 2010).
A causa dell’era del proibizionismo, l’aumento dei detenuti aumentò e fu messa in atto la necessità di una struttura più grande. Alexander Groesbeck, governatore del Michigan in quel periodo, era impegnato a costruire una rete di strade in tutto lo stato. Accanto alle strade, costruì un sistema parallelo di patronato politico. “Il lavoro dei detenuti, Groesbeck capì, poteva essere usato ad una frazione del costo dei lavoratori ordinari e concluse rapidamente che piuttosto che avere troppi detenuti, in realtà ne aveva troppo pochi” (Ibidem). A Jacktown si verificò la corruzione pura, poiché il governo vedeva i detenuti come manodopera gratuita che poteva essere mandata a svolgere certi lavori industriali nella zona, per portare non solo denaro al governo, ma per permettere ai prigionieri di uscire dai loro confini. Droghe, alcool, armi e persino armi si fecero strada nella prigione che portò a più strati di complicazioni e corruzione. Questo tipo di lavoro si è fermato, ma mostra la corruzione che gli anni ’20 hanno giocato non solo dal proibizionismo, ma anche all’interno del mondo politico. Oggi la prigione è ancora pienamente funzionante.