Qual è l’origine di “Kris Kringle”?

Prime istanze di ‘Kris Kringle’

Nei database di libri e giornali statunitensi, l’ortografia “Kriss Kringle” sembra essere leggermente più vecchia di “Kris Kringle”. Le prime menzioni sono relative a un libro per bambini intitolato Kriss Kringle’s Book. Una menzione appare in “Literary Notices,” nel New York Herald (28 novembre 1842):

KRISS KRINGLE’S BOOK, OR SAINT NICHOLAS’ BOOK, FOR ALL GOOD BOYS AND GIRLS. Filadelfia. Thomas, Cowperthwait & Co. Questo è molto ordinato e bel volume di storie, illustrato con numerosi tagli, destinato, e ben adattato per un regalo di Natale a buoni ragazzi e ragazze. Tra le storie notiamo, “Good Gudule, the Faithful old Nurse,” “The Shepperd,” “The German Faust,” “The Hut in the Wilderness,” “Taj Mahal Agrah,” e molte altre “Stories,” tutte con belle incisioni. Non esitiamo a raccomandarlo come elegante regalo di Natale.

E da “Editors’ Book Table,” in Godey’s Lady’s Book (dicembre 1842):

Kriss Kringle’s Book. Filadelfia: Thomas, Cowperthwaite, & Co., 1843. Una nuova edizione di questo popolare annuale giovanile è uscita, e l’aspettativa da parte dei giovani batte forte. Alcune migliaia di questo volume splendidamente decorato, con le sue copertine dorate e le immagini colorate, troveranno la loro strada nelle calze appese agli angoli dei camini in attesa della visita annuale di Kriss Kringle. Il tono morale delle storie è tanto lodevole quanto la bellezza dell’esecuzione.

La menzione dello stesso libro appare in “Ticknor’s Catalogue of Christmas and New Year’s Presents, for 1842” (Boston, 1842) e in una pubblicità di “New Useful, and Entertaining Books for the People and Their Children”, sempre a Boston, in una edizione del 1842 di Grandfather’s Chair di Nathaniel Hawthorne: A History for Youth.

La prima menzione che Elephind e la Library of Congress scoprono per “Kriss Kringle” a parte il libro con quel nome è da “Christmas” nel Jeffersonian Republican (28 dicembre 1842):

Il Natale è arrivato e passato; e crediamo non sia mai stato osservato più generosamente prima. Nonostante la durezza dei tempi, ogni persona sembra essere gioiosa e allegra. La gente piccola ha apparecchiato i suoi piatti e i suoi cappelli il sabato sera, e dopo aver passato una notte inquieta, si è alzata la mattina dopo per scoprire che San Nicola, o Kriss Kringle, come viene chiamato, li aveva riforniti generosamente di ogni tipo di snack. I loro anziani si rifornivano di carne di cervo, tacchini, oche, polli o qualsiasi altra cosa buona capitasse loro a tiro, e se la passavano sontuosamente domenica e lunedì.

Un altro esempio precoce è Julia Fletcher, “The Christmas Gift,” in The Universalist and Ladies’ Repository (aprile 1843):

Molti cuori pesanti si alleggerirono, e molte borse pesanti si alleggerirono, tra gli acquisti di quella sera. C’erano regali per i genitori, le sorelle, i fratelli e gli amici, e c’erano anche giocattoli per i piccoli che dormivano in casa, con le loro calze appese al camino in attesa della visita di Kriss Kringle. Molti giovani sognatori quella notte videro il loro gradito visitatore scendere dal camino con il suo portafoglio di giocattoli, e molte orecchie in ascolto udirono “il calpestio” dei suoi piccoli destrieri “sul tetto”. Sarebbe potuto passare per un sogno, tuttavia, se le calze ben riempite al mattino non avessero testimoniato che Kriss Kringle era stato lì.

E da “Prosa poetica”, pubblicata originariamente il 1° gennaio 1847 nel St. Louis Reveille, ristampato in Scientific American (30 gennaio 1847):

“Una volta all’anno”, e sia nuvoloso o chiaro, chi non sente, se il suo sangue egoisticamente non ruba, che l’uomo è suo fratello, e che dobbiamo amarci l’un l’altro, – questo è nella ragione; dire una volta a stagione! La casa e le sue dolci grazie, i volti dei bambini, i sorrisi e la gioia, e il vecchio Kriss Kringle; ridere e gridare; senti come si mescolano?

La prima menzione di “Kris Kringle” (con una s nel suo nome) è in James Rees, “A Christmas Legend” nel Cooper’s Clarksburg Register (24 dicembre 1851), che è anche notevole per trattare Kris Kringle e Santa Claus come personaggi diversi:

La loro figlia ora parlò. Mamma, ho legato la mia calza a quel grande chiodo vicino al camino, pensi che KRIS KINGLE scenderà dal camino stasera?”

“Allora, papà, tirerò giù la mia calza, ho pensato, anzi, mamma, ho pensato che Babbo Natale e Kris Kringle amano tutti quelli che sono buoni, e io non sono stata buona? Conosco la mia lezione, voglio bene a te, mamma, e a mio fratello, e faccio tutto quello che mi viene detto.’

Un Kringle nel tempo

Recenti esami di Babbo Natale nel folklore americano identificano Kriss Kringle come un’entità separata nelle descrizioni popolari passate di San Nicola. Phyllis Siefker, Santa Claus, Last of the Wild Men: The Origins and Evolution of Saint Nicholas, Spanning 50,000 (1997) traccia l’evoluzione della figura folcloristica germanica portatrice di doni Pelznichol a Bellsnickle, e i suoi doni da Grisht-kindle (“la parola per i doni di Bellsnickle tra gli olandesi della Pennsylvania”) a Kriss Kringle (la personificazione di quei doni e del loro donatore). Siefker scrive:

Negli anni 1840 il donatore tedesco godette di una maggiore esposizione quando trovò la sua strada nella stampa come Kriss Kringle e Bellsnickle. Nel 1842, apparve Kriss Kringle’s Book, seguito nel 1843 da Bellsnickle’s Gift or a Visit from St. Nel 1845, fu pubblicato un libro popolare, Kriss Kringle’s Christmas Tree. L’effetto di queste pubblicazioni fu che verso la metà degli anni 1840 l’uomo di Natale tedesco si era avventurato fuori dalla sua comunità etnica per conquistare il cuore dei bambini di tutto il mondo.

Alfred Shoemaker, Christmas in Pennsylvania: A Folk-Cultural Study (1959) dedica un affascinante capitolo di 14 pagine all’evoluzione di “Christ-Kindel to Kriss Kringle.” Shoemaker è particolarmente forte nel citare le prime fonti. Segue un passaggio su tre riferimenti pubblicati molto presto sugli antecedenti di “Kris Kringle”:

Il primo uso stampato che siamo stati in grado di trovare per il termine Christ-kindle” è dalla York Gazette del 23 dicembre 1823. In una voce umoristica la Società degli Scapoli di York annuncia la loro intenzione di “fissare un Krischtkintle Bauhm”, cioè un “albero di Cristo”. Da questo momento fino al 1840 siamo stati in grado di individuare solo tre casi aggiuntivi del suo utilizzo. John F. Watson nei suoi Annali di Filadelfia del 1830 scrive: “Ogni padre a sua volta ricorda le emozioni della sua gioventù nelle notti di Belsh-nichel e Christ-kinkle”. Un giornalista del Germantown Telegraph del 24 dicembre 1834, parlando dell’attesa del bambino a Natale, osserva: “Come brillano i suoi occhi e la sua guancia arrossisce mentre ascolta le promesse che il suo glorioso amico Chryskingle sta per realizzare”. Il terzo esempio è tratto dal Gentleman’s Magazine del dicembre 1837: “It {Christmas} is a day when ‘wee responsibilities’ rejoice in ‘Christkingle’s visit.”

Questa ultima citazione appare in “Christmas: Addressed to the Philadelphians by a Fellow-Citizen” in The Gentleman’s Magazine (dicembre 1837), in cui “Christkingle” è accreditato di aver riempito di “tesori” “vaste calze debitamente inforcate sopra il camino la precedente vigilia di Natale”. La citazione di Watson del 1830 appare in un capitolo di Annals of Philadelphia and Pennsylvania in the Olden Time intitolato “Sports and Amusements”; sospetto che questa sia la fonte dell’occorrenza di “Kris Kringle” del 1830 che Etymology Online cita, come notato nella risposta di ScotM.

Un altro racconto dell’evoluzione di Kriss Kringle appare in Stephen Nissenbaum, The Battle for Christmas (2010). Un riferimento interessante in quel libro è una voce del 24 dicembre 1842 in un diario tenuto da un negoziante di Morgantown, Pennsylvania, di nome James Morris:

Vigilia di Natale-alcuni “belsnickel” o “kriskinckles” si aggiravano questa sera spaventando le donne e i bambini, con il loro aspetto rozzo, fatto di indumenti abbandonati e colorati con toppe, una faccia falsa, una testa arruffata di stoppa, o piuttosto una parrucca, che cadeva abbondantemente sulle spalle e completata da una barba molto patriarcale di qualsiasi materiale estraneo che potesse essere utilizzato per tale servizio.

Un primo commento etimologico appare in una lettera all’editore del Miners’ Journal and Pottsville General Advisor (9 gennaio 1847) :

In conclusione lasciatemi dire, che ultimamente ho visto un riferimento molto frequente al Krist Kringle e alle sue frequenti visite. Ora, mio caro signore, mi permetto di dirle che sono davvero stupito che un signore che possiede tanta conoscenza del tedesco come so che lei possiede, non abbia scoperto una volta che Krist Kringle è un cambiamento ingiustificato della parola Christkindlein, che è uno dei bei composti di cui abbonda la lingua tedesca, che significa “Gesù Bambino”.”

Conclusioni

La figura di Kris Kringle si è annidata nel folklore tedesco-americano fin dagli inizi del 1800, ma il nome “Kris Kringle” ha avuto molti antecedenti, inclusi Christ-kindel, Christ-kinkle, Krischtkintle, Christkingle, Chryskingle, Grisht-kindle, kriskinckles, Kriss Kringle, e Krist Kringle.

Sembra molto probabile che “Kris Kringle” debba la sua preminenza tra le varie opzioni ortografiche ai libri “Kriss Kringle” degli anni 1840 e seguenti, poiché certamente non c’era un accordo diffuso prima del 1842 sull’ortografia del nome del portatore di regali.

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