Sciopero del carbone antracite

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Lo sciopero del carbone antracite (maggio-Ottobre 1902) iniziò dopo che gli operatori delle miniere si rifiutarono di incontrare i rappresentanti della United Mine Workers of America. L’antracite – o carbone duro – era solido e ricco di carbonio, ideale per l’uso industriale e domestico. Lo sciopero iniziò nella Pennsylvania orientale, dove all’epoca si estraeva quasi tutto il carbone antracite, il 12 maggio 1902, dopo che le compagnie ferroviarie proprietarie delle miniere si rifiutarono di incontrare i rappresentanti del sindacato. Anche le richieste dei lavoratori per salari migliori, una settimana di lavoro più breve e il riconoscimento del loro sindacato erano stati negati. I prezzi del carbone raddoppiarono mentre la produzione calava. Con l’inizio dell’autunno e l’inefficacia dei negoziati tra i proprietari e i minatori, il presidente Theodore Roosevelt temeva che la carenza di carbone avrebbe provocato disagi agli americani durante l’inverno.

Con il conflitto irrisolto, Henry Cabot Lodge, un repubblicano senior e amico intimo di Theodore Roosevelt, avvertì il presidente delle conseguenze potenzialmente disastrose per il partito se lo sciopero dell’antracite si fosse trascinato fino a novembre, quando si sarebbero tenute le elezioni. Seguendo il consiglio di Lodge, Roosevelt lavorò dietro le quinte per raccogliere informazioni e proporre modi per risolvere lo sciopero. A Washington, il 3 ottobre 1902, incontrò i presidenti delle ferrovie proprietarie delle miniere e i leader del sindacato. In questa riunione il presidente del sindacato, John Mitchell, espose il caso del sindacato mentre i capi delle ferrovie affermavano l’impossibilità di un compromesso. La conferenza si sciolse senza risolvere la crisi e Roosevelt formò una commissione per indagare sullo sciopero. Il segretario alla guerra Elihu Root e il banchiere J. P. Morgan convinsero i capi delle ferrovie ad attenersi alle conclusioni della commissione nominata dal presidente. Anche il sindacato accettò la commissione e, il 20 ottobre, votò per porre fine allo sciopero dell’antracite.

La commissione per il carbone di antracite raccomandò nel marzo 1903 di aumentare la paga dei minatori del dieci per cento (metà della loro richiesta), di ridurre la giornata lavorativa da dieci a nove ore e di fare altre concessioni. Negoziando con il lavoro organizzato Roosevelt sostenne un nuovo approccio alle relazioni tra capitale e lavoro, spesso citato come esempio del suo Square Deal.

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